In sintesitipologia: bosco urbano
estensione: 7 ha proprietà: comunale gestione: comunale anno creazione: 2009 |
Lo stato attualeIl bosco di Carpaneda è situato a ovest dell’abitato di Vicenza, a ridosso della zona artigianale-direzionale di via Vecchia Ferriera, quasi al confine con il comune di Creazzo. Il Bosco è stato realizzato dalla amministrazione comunale nel 2009 grazie ai contributi della L.R. 13/2003, copre un area di circa 7 ettari e riveste anche la funzione di cassa di espansione della roggia Dioma. Il contesto in cui si inserisce il bosco è uno dei pochi che hanno saputo resistere al modello di espansione urbana cui abbiamo assistito passivamente negli ultimi 30 anni (urban sprawl). Nello strumento urbanistico del Comune di Vicenza il bosco è classificato come “zona Rurale ambientale” ed è incluso in un più ampio contesto agricolo che da sud-ovest a nord comprende alcune centinaia di ettari di terreni fertili coltivati a specie ortive, frutteti, vigneti, erbai e foraggere. Sul versante nord e nord-est la campagna si intravede ancora, ma in gran parte sta per lasciare spazio alla nuova tangenziale con l’innesto proprio in via del Sole - un’opera molto impattante, soprattutto dal punto di vista paesaggistico ed ecologico.
Il Bosco di Carpaneda, nato con una funzione ricreativa, risulta oggi pressoché inutilizzato sotto questo profilo, causa la situazione morfologica (cassa idraulica), i caratteri microclimatici e la collocazione in area poco nota e poco servita. Il rischio di usi impropri, tipici delle aree boscate urbane accessibili e non sorvegliate, è forte. Vi si respira una spiacevole sensazione di sottoutilizzo rispetto alle potenzialità, accentuata dalla mancanza di manutenzione. Per ridare senso a questo patrimonio della collettività, appare indilazionabile un intervento di riassetto e riorientamento delle sue funzioni, pensando anche alle potenzialità ambientali, didattiche e sportive. |
Il progetto dei cittadini : il parco agricolo di Carpaneda, Laboratorio Spazi Rurali e Boschi Urbani
La roggia Dioma scorre lungo il perimetro del bosco da nord-est a sud-est. Si tratta di un corridoio ecologico che collega il bosco di Carpaneda verso nord-ovest al Bosco di Maddalene e Monte Crocetta, verso sud-est al Parco Retrone e al Bosco del Quarelo. Per mantenere e valorizzare le risorse bioecologiche è opportuno promuovere una nuova politica di gestione delle blueways. Vuol dire applicare una gestione naturalistica dei corsi d’acqua che rispetta le esigenze di salvaguardia idraulica ma consente di mantenere e migliorare la biodiversità. In questo modo si andrà a potenziare la “funzione di mantenimento e recupero delle connessioni tra ecosistemi e biotopi di alto valore naturalistico”, il corridoio ecologico potrà quindi assolvere pienamente alla sua funzione di “limitare il fenomeno della frammentazione ecologica superando gli effetti negativi causati dagli insediamenti e dalle infrastrutture del territorio”, peraltro a pochi passi dalla zona industriale.
Una vasta porzione di terreno – ben più ampia della superficie del bosco – che si estende da nord a sud a partire dalla sponda sinistra della roggia Dioma è stata classificata dal Comune di Vicenza come “Isola ad elevata naturalità”. Si tratta di aree che «presentano potenzialità ambientali elevate e strategiche per il mantenimento della capacità di connessione costituendo luoghi preferenziali per la formazione di aree di riequilibrio ecologico». In questi ambiti, pubblici e privati, il Comune deve promuovere:
Le potenzialità di questo ambito rurale periurbano e la sua tutela non devono essere intese come qualcosa di statico (museo, vetrina) o esclusivamente in chiave ambientale, ma come la dimostrazione attiva di un sistema integrato che a partire dalla necessità di mitigazione idraulica ha ricreato un ambiente naturale, lo ha armonizzato con le colture agricole presenti e ha veicolato il turismo promuovendo le filiere locali. A tal proposito, va pianificata e strutturata una gestione agro-forestale attiva atta ad esprimere, oltre che valenze ambientali e sociali, una sostenibilità economica come garanzia di auto sostegno e perpetuazione. Non è infatti pensabile costruire reti ecologiche ad esclusivo onere pubblico, né confidare che ecosistemi costruiti siano anche omeostatici e durevoli senza alcun intervento oltre l’investimento iniziale. Sarà fondamentale un ragionamento con le realtà locali per confrontare interessi e opportunità.
Una vasta porzione di terreno – ben più ampia della superficie del bosco – che si estende da nord a sud a partire dalla sponda sinistra della roggia Dioma è stata classificata dal Comune di Vicenza come “Isola ad elevata naturalità”. Si tratta di aree che «presentano potenzialità ambientali elevate e strategiche per il mantenimento della capacità di connessione costituendo luoghi preferenziali per la formazione di aree di riequilibrio ecologico». In questi ambiti, pubblici e privati, il Comune deve promuovere:
- interventi di potenziamento e riqualificazione al fine di aumentare il livello complessivo di biodiversità
- il completamento dei corridoi terrestri con realizzazione di tratti a siepe di nuova costituzione
- «la deframmentazione di manufatti con infrastrutture mediante la creazione di percorsi di connessione a bypass»
- sarà fondamentale progettare un percorso con una passerella ciclopedonale sulla roggia Dioma, riuscendo a collegare il bosco con la ciclopista di futura realizzazione che da via Fermi attraverserà via del Sole e la nuova tangenziale collegandosi con via Battaglione Valtellina. In questa connessione ecologica si insinuerà la nuova tangenziale, una barriera antropica il cui impatto ambientale dovrà essere mitigato con una lungimirante progettazione del corridoio infrastrutturale verde che «in prospettiva potrebbe diventare l’asse principale di una politica di miglioramento del paesaggio periurbano e agricolo diffuso».
Le potenzialità di questo ambito rurale periurbano e la sua tutela non devono essere intese come qualcosa di statico (museo, vetrina) o esclusivamente in chiave ambientale, ma come la dimostrazione attiva di un sistema integrato che a partire dalla necessità di mitigazione idraulica ha ricreato un ambiente naturale, lo ha armonizzato con le colture agricole presenti e ha veicolato il turismo promuovendo le filiere locali. A tal proposito, va pianificata e strutturata una gestione agro-forestale attiva atta ad esprimere, oltre che valenze ambientali e sociali, una sostenibilità economica come garanzia di auto sostegno e perpetuazione. Non è infatti pensabile costruire reti ecologiche ad esclusivo onere pubblico, né confidare che ecosistemi costruiti siano anche omeostatici e durevoli senza alcun intervento oltre l’investimento iniziale. Sarà fondamentale un ragionamento con le realtà locali per confrontare interessi e opportunità.