lunghezza del corso fluviale: 119 km
province dove scorre: Vicenza e Padova bacino idrologico: Bacino del Leogra-Bacchiglione
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Secondo alcuni studiosi il nome Bacchiglione va attribuito alla deformazione del verbo dialettale “bacaliare”, che significa “chiacchierare in continuazione”, termine attribuitogli probabilmente a causa del rumore delle risorgive vicentine che gli danno origine. Il fiume, che ha un bacino di raccolta che si estende per 1400 km², nasce dall’unione di due sistemi idrografici: il primo originato dalle risorgive in Comune di Dueville che danno vita al corso d’acqua chiamato nel suo primo tratto “Bacchiglioncello”; il secondo costituito dal sottobacino del Leogra-Timonchio che raccoglie le acque provenienti dal monte Pasubio che confluiscono nel Bacchiglioncello in corrispondenza di località Vivaro, incrementandone in modo cospicuo la portata. Dopo questa immissione il fiume prende il nome “Bacchiglione”. L’incontro di questi due distinti sistemi idrografici fa in modo che le tipologie fluviali che caratterizzano il corso d’acqua del Bacchiglione siano notevolmente diversificate e caratterizzate dalla contemporanea presenza di rii di risorgiva, torrenti montani e canali artificiali. Il regime idrologico del fiume Bacchiglione è di tipo “misto” ed è caratterizzato da rapide transizioni dallo stato di magra a quello di piena. I periodi di massima portata del fiume sono i mesi di novembre e maggio mentre i valori minimi si registrano generalmente ad agosto e gennaio. Nel Comune di Vicenza il Bacchiglione riceve da destra le acque del fiume Retrone e da sinistra quelle del torrente Astichello. Altri affluenti giungono da sinistra a sud est del capoluogo: il fiume Astico - Tesina e il Ceresone. Dopo Selvazzano Dentro il fiume entra canalizzato nell'area urbana di Padova attraversando canalizzato tutta l'area sud della città da ovest a est. Nel tratto vicentino presenta un andamento ricco di meandri e anse mentre nel tratto padovano presenta una fisionomia differente con un corso rettilineo, con numerosi interventi dell'uomo.
(fonte: Comune di Vicenza) |
Debba
La storia
Marcantonio Bonrizzo, patrizio veneziano, acquistò, intorno al 1573, alcune ruote da mulino a Debba. Il figlio Alessandro raccolse l'eredità patrimoniale e professionale del padre: oltre agli immobili veneziani a lui pervennero una vasta superficie agricola con la casa padronale di San Pietro Intrigogna (oggi Villa Rubini), e le quattro ruote di mulino a Debba, precedentemente acquistate dal padre. Alessandro concluse l'accordo con i barcaioli del Traghetto di Vicenza per la costruzione della conca di navigazione, finanziandola interamente.
La conca fu realizzata nel 1683 per permettere alle imbarcazioni di navigare ed evitare la bova, ovvero lo sbarramento di traverso al fiume che crea un salto d'acqua un tempo utile utili alle ruote dei mulini. La conca aveva la funzione di tenere alto il livello dell'acqua a monte e di permettere il passaggio delle barche con una sorta di "ascensore idraulico".
Lungo il Bacchiglione erano attive bove a Montegalda, Cervarese santa Croce, san Martino, Trambacche, Creola, Selvazzano e Tencarola, che rendevano complicata la navigazione, al massimo con imbarcazioni da 50 - 80 tonnellate. La commissione ministeriale istituita nel 1900, che notò come per effettuare i 20 km tra Tencarola e Montegalda ci volevano tre giorni anziché le nomali sei ore, stabilì alcune linee guida per la navigazione tra Borgo Berga di Vicenza e il Bassanello di Padova per natanti fino a 150 tonnellate, tra cui l'eliminazione delle traverse dei sette mulini esistenti, l'ampliamento della vecchia conca di Debba fino a 28 metri di lunghezza, come quella di Colzè, e la costruzione di due nuove conche a Cervarese e Saccolongo. Di tale progetto vennero effettuati il solo esproprio e l'abbattimento dei mulini di Colze' nel 1916, con la conseguenza che senza la sostituzione dei sostegni demoliti, si abbassò maggiormente il pelo d'acqua a valle .
(Fonte P.G. Zanetti, Conche, carri e pescaie. I manufatti per la navigazione, in AA VV, Il Bacchiglione, CIERRE edizioni, 2008)
Per buona parte del XVIII secolo, fu proprietaria dei mulini e della conca di Debba la famiglia veneziana Zocchi, fino a quando non li cedette al nobile vicentino Antonio Capra.
La conca fu realizzata nel 1683 per permettere alle imbarcazioni di navigare ed evitare la bova, ovvero lo sbarramento di traverso al fiume che crea un salto d'acqua un tempo utile utili alle ruote dei mulini. La conca aveva la funzione di tenere alto il livello dell'acqua a monte e di permettere il passaggio delle barche con una sorta di "ascensore idraulico".
Lungo il Bacchiglione erano attive bove a Montegalda, Cervarese santa Croce, san Martino, Trambacche, Creola, Selvazzano e Tencarola, che rendevano complicata la navigazione, al massimo con imbarcazioni da 50 - 80 tonnellate. La commissione ministeriale istituita nel 1900, che notò come per effettuare i 20 km tra Tencarola e Montegalda ci volevano tre giorni anziché le nomali sei ore, stabilì alcune linee guida per la navigazione tra Borgo Berga di Vicenza e il Bassanello di Padova per natanti fino a 150 tonnellate, tra cui l'eliminazione delle traverse dei sette mulini esistenti, l'ampliamento della vecchia conca di Debba fino a 28 metri di lunghezza, come quella di Colzè, e la costruzione di due nuove conche a Cervarese e Saccolongo. Di tale progetto vennero effettuati il solo esproprio e l'abbattimento dei mulini di Colze' nel 1916, con la conseguenza che senza la sostituzione dei sostegni demoliti, si abbassò maggiormente il pelo d'acqua a valle .
(Fonte P.G. Zanetti, Conche, carri e pescaie. I manufatti per la navigazione, in AA VV, Il Bacchiglione, CIERRE edizioni, 2008)
Per buona parte del XVIII secolo, fu proprietaria dei mulini e della conca di Debba la famiglia veneziana Zocchi, fino a quando non li cedette al nobile vicentino Antonio Capra.
Progetto del comune: collegamento dei due tratti della pista ciclabile Casarotto, marzo 2017
Sono stati recentemente realizzati la nuova passerella pedonale e la ciclabile di collegamento dei due tratti della pista Casarotto per un costo complessivo di 150.000 €, superando un nodo critico in corrispondenza di Ponti di Debba. La ciclabile Casarotto collega la città a Noventa Vicentina , un percorso di circa 30 km. La realizzazione di questo intervento ha permesso, inoltre, di rendere la frazione meno isolata incentivando gli spostamenti, nell'ottica di una mobilità sostenibile, dei Comuni contermini verso la città, soprattutto a favore di studenti e lavoratori.
La passerella, realizzata in acciaio e fondata su micropali nell'alveo del fiume Bacchiglione in prossimità dell'incrocio con strada Ponti di Debba, si estende per circa 90 metri e collega la parte arginale in terra a viale della Riviera Berica. Il nuovo tratto permette a pedoni e ciclisti di percorrere, senza interruzioni e in condizioni di sicurezza, la pista Casarotto dal centro della città fino al confine comunale con Longare, superando, all'esterno della sede stradale, un'intersezione particolarmente trafficata. Offre, inoltre, un nuovo punto di vista, con un gradevole scorcio, dell'ambito fluviale in corrispondenza dei ponti di Debba e della conca di navigazione.
Provenendo da Longare, dopo un breve tratto realizzato sulla sede di viale della Riviera Berica, mediante un apposito cordolo separatore, la pista entra all'interno dell'argine del Bacchiglione attraverso un varco sul muro a monte della centrale idroelettrica e termina in strada Ponti di Debba, all'incrocio con via Opificio, uscendo dall'argine dall'apertura attualmente esistente.
Secondo le prescrizioni ricevute dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, il tratto sulla parte arginale è caratterizzato da una finitura superficiale in materiale Biostrasse, in grado di garantire la totale permeabilità e un miglior inserimento ambientale e paesaggistico. Le finiture del piano di calpestio della passerella, in una colorazione concordata con la Soprintendenza, sono state realizzate con un materiale antiscivolo e molto performante per gli ambienti caratterizzati dalla presenza di acqua.
Grazie al riordino della segnaletica su strada Ponti di Debba e alla creazione di un nuovo attraversamento ciclopedonale, ciclisti e pedoni saranno invitati a percorrere via dell'Opificio da e per il centro città, evitando, così, l'intersezione tra strada Ponti di Debba e viale della Riviera Berica in un tratto gradevole e sicuro fino a ricongiungersi alla pista Casarotto.
L'intervento ha consentito, inoltre, di effettuare una manutenzione straordinaria, concordata con il Genio Civile, al muro posto lungo viale della Riviera Berica, che costituisce l'argine del Bacchiglione. Il nuovo varco di accesso alla pista ciclabile è presidiato da una apposita paratia che verrà chiusa in caso di uno straordinario innalzamento del livello del fiume.
La passerella, realizzata in acciaio e fondata su micropali nell'alveo del fiume Bacchiglione in prossimità dell'incrocio con strada Ponti di Debba, si estende per circa 90 metri e collega la parte arginale in terra a viale della Riviera Berica. Il nuovo tratto permette a pedoni e ciclisti di percorrere, senza interruzioni e in condizioni di sicurezza, la pista Casarotto dal centro della città fino al confine comunale con Longare, superando, all'esterno della sede stradale, un'intersezione particolarmente trafficata. Offre, inoltre, un nuovo punto di vista, con un gradevole scorcio, dell'ambito fluviale in corrispondenza dei ponti di Debba e della conca di navigazione.
Provenendo da Longare, dopo un breve tratto realizzato sulla sede di viale della Riviera Berica, mediante un apposito cordolo separatore, la pista entra all'interno dell'argine del Bacchiglione attraverso un varco sul muro a monte della centrale idroelettrica e termina in strada Ponti di Debba, all'incrocio con via Opificio, uscendo dall'argine dall'apertura attualmente esistente.
Secondo le prescrizioni ricevute dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, il tratto sulla parte arginale è caratterizzato da una finitura superficiale in materiale Biostrasse, in grado di garantire la totale permeabilità e un miglior inserimento ambientale e paesaggistico. Le finiture del piano di calpestio della passerella, in una colorazione concordata con la Soprintendenza, sono state realizzate con un materiale antiscivolo e molto performante per gli ambienti caratterizzati dalla presenza di acqua.
Grazie al riordino della segnaletica su strada Ponti di Debba e alla creazione di un nuovo attraversamento ciclopedonale, ciclisti e pedoni saranno invitati a percorrere via dell'Opificio da e per il centro città, evitando, così, l'intersezione tra strada Ponti di Debba e viale della Riviera Berica in un tratto gradevole e sicuro fino a ricongiungersi alla pista Casarotto.
L'intervento ha consentito, inoltre, di effettuare una manutenzione straordinaria, concordata con il Genio Civile, al muro posto lungo viale della Riviera Berica, che costituisce l'argine del Bacchiglione. Il nuovo varco di accesso alla pista ciclabile è presidiato da una apposita paratia che verrà chiusa in caso di uno straordinario innalzamento del livello del fiume.