le condizioni di partenza
Per tutto il secolo scorso, soprattutto dalla seconda metà del '900, la costruzione della città e` stata concepita come interminabile aggiungersi di nuovi quartieri (residenziali o produttivi) e di nuove infrastrutture a scapito delle aree agricole più prossime ai centri urbani, alimentando il consumo di territorio e impoverendo il paesaggio. Per quanto riguarda l'Italia, la presenza del verde in città , pur nascendo con presupposti molto importanti sotto il profilo sociale e culturale, ha rappresentato una risposta esclusivamente quantitativa a ciò che si andava costruendo. Fanno eccezione i parchi storici presenti nella città consolidata e legati spesso alla presenza di edifici privati di dimensioni molto ampie, arricchiti da giardini o da parchi . La creazione di nuove aree verdi, non è stata considerata una attività in sé, ma è stata subordinata ad altri tipi di interventi, in una logica di priorità che ha favorito ciò che oggi, grazie all'affermarsi di una sensibilità diversa, chiamiamo consumo di suolo. Se guardiamo al Veneto, il fenomeno del consumo del suolo ha assunto dimensioni particolarmente gravi. Nel 2018 la regione Veneto si distingue a livello italiano per la maggiore riduzione del territorio non edificato e un consumo pari a 923 ettari (ISPRA, Territorio. Processi e trasformazioni in Italia, 2018). Si tratta di un processo estremamente dannoso che non sembra in alcun modo arrestarsi. Un'erosione che va letta non solo in termini di impoverimento della qualità estetica dei luoghi, ma anche in termini di qualità e sostenibilità dell'ambiente in cui viviamo. Con il diffondersi del costruito, e il suo estendersi a macchia d’olio, il territorio urbano ha inglobato, e continua a inglobare, terreni che un tempo erano destinati all'agricoltura privandoli di qualità e di funzionalità precise lasciandoli in attesa di utilizzi più remunerativi (vacant lands). Questi spazi coincidono spesso con brani di campagna imbrigliati nella città, aree a standard mai completate, terreni sui quali sono state fatte previsioni edificatorie che non hanno trovato compimento perché sovradimensionate rispetto alle effettive necessità urbane, ecc. Un capitale verde di valore straordinario, quasi sempre inaccessibile, che non si riesce ad apprezzare perché la sua riconoscibilità è alterata e banalizzata dalla prepotenza del costruito. In contesto così caratterizzato appare del tutto evidente che la città fatica a riconoscere la propria dimensione verde e il grande valore di cui essa è portatrice. |
il progetto
Il progetto si propone di capovolgere l'approccio tradizionale che vede imporsi il costruito sullo spazio aperto mettendo al centro dell’attenzione il verde in tutte le sue espressioni, ecologiche e paesaggistiche, considerandolo un attivatore di benessere e affezione nei confronti dei luoghi in cui viviamo. UN PARCO IMPLICITO infatti intende mettere al centro del suo operare il paesaggio urbano, una dimensione ricca e complessa dove verde e costruito si integrano e completano. Il progetto punta a evidenziare le potenzialità inespresse dal “capitale verde” della città di Vicenza, racchiuso spesso in aree residuali e abbandonate dalle quali possono derivare interventi progettuali botton-up, finalizzati a riqualificare spazi abbandonati, recuperare aree verdi per fini ricreativi, potenziare la dotazione arborea, rendere maggiormente attraenti e vivibili i quartieri colmando il deficit di qualità che contraddistingue il rapporto tra tra aree centrali e aree periferiche. UN PARCO IMPLICITO considera fondamentale la dimensione pedagogica e lo scambio dei saperi che mette in pratica mediante la stimolazione di attività che si propongono di rendere possibile approccio alla città condiviso e partecipato. Le principali iniziative avviate sono: la mappatura del verde urbano e la definizione di linee guida progettuali per gli spazi aperti; la promozione di attività di formazione dei cosiddetti "cittadini giardinieri" mediante incontri con specialisti, sopralluoghi sul campo, simulazioni di progetti, preparazione di manuali d’uso, ecc.; l'organizzazione di iniziative mirate a potenziare le conoscenze generali e specifiche dei soggetti coinvolti (attori pubblici, attori privati, cittadini, altre associazioni di volontariato, ecc.) a rendere più efficace la collaborazione orizzontale e la progettualità condivisa. |